Abstract Il contributo intende ricostruire la mappa comunicativa di un paesaggio fisico e culturale, in cui alcune portatili Olivetti sono coprotagoniste di una narrazione che modula i toni e i contenuti a seconda dell’utenza, mentre l’innovazione tecnica si concilia con rimandi alla letteratura e alla cinematografia e con l’uso di un codice cromatico quale strumento per la adattabilità in ambienti differenti e per l’apertura verso il mondo dell’arte. Ricostruire la storia delle comunicazioni delle macchine per scrivere portatili della Olivetti porta a intraprendere un viaggio in loro compagnia: un itinerario in cui si vistano spazi aperti, uffici, scrivanie e salotti privati; si viaggia su treni, imbarcazioni e aerei; si percorrono rive di laghi, oppure si fa naufragio tra le onde scosse dai monsoni. Durante queste avventure, più o meno pericolose oppure appassionanti, le portatili Olivetti sono compagne di viaggio per studenti, scrittori, segretarie, giornalisti, medici, preti, ma soprattutto per donne indipendenti. Intraprendere un viaggio in compagnia delle portatili Olivetti è, dunque, anche l'opportunità per riflettere sulla condizione sociale delle donne attraverso il Novecento – perché la scrittura a macchina diventa emblematica dei cambiamenti che riguardano il lavoro, o meglio le conquiste degli spazi lavorativi da parte delle donne – ed è, inoltre, l’occasione per evidenziare le relazioni, anche oltre i confini nazionali, tra i protagonisti del design di prodotto e di comunicazione che hanno lavorato per la Olivetti. Difatti porre l’attenzione sulle biografie e sulla produzione di quanti si sono dedicati alla progettazione e alla comunicazione delle portatili rende possibile tracciare una storia culturale, fatta di transiti e intrecci, tale da comporre la mappa di un paesaggio, in cui incontri, accadimenti e circostanze rendono le portatili interpretabili quali prodotti-staffetta che, passando di mano in mano e di luogo in luogo, portano l’attenzione sull’interazione tra competenze differenti come sui rapporti e sugli scambi culturali tra l’Europa e gli Stati Uniti; scambi che – originati dalle leggi razziali – mettono in evidenza una continuità culturale tale da evidenziare spazi intellettuali in cui agiscono progetti di ricerca, di sperimentazione artistica e di docenza; tutte attività che hanno avuto origine nella vecchia Europa e che hanno trovato, dopo l’esilio forzato, il luogo e i modi per proseguire, attraverso dei percorsi che sono stati sicuramente influenzati dal contesto culturale e sociale del nuovo mondo, composto da una moltitudine di provenienze differenti, dove l’idea di unitarietà e di giustizia sociale, come quella della proficua e pacifica convivenza delle diversità rimangono argomenti di discussione aperti e dalle incerte soluzioni.

In viaggio con una Olivetti 2019 (04 luglio) _ relatore a convegno internazionale IPSAPA (4-5 luglio) Incompletezza ed erranza nel mosaico paesistico-culturale. Tempi Luoghi Eventi Intervento al XXIII Convegno Internazionale Interdisciplinare Organizzato da: Università degli Studi di Udine Università degli Studi di Napoli Federico II Sessione Plenaria B: l’età dell’erranza _ chair: Piero Pedrocco

FIORENTINO C. C.
2019

Abstract

Abstract Il contributo intende ricostruire la mappa comunicativa di un paesaggio fisico e culturale, in cui alcune portatili Olivetti sono coprotagoniste di una narrazione che modula i toni e i contenuti a seconda dell’utenza, mentre l’innovazione tecnica si concilia con rimandi alla letteratura e alla cinematografia e con l’uso di un codice cromatico quale strumento per la adattabilità in ambienti differenti e per l’apertura verso il mondo dell’arte. Ricostruire la storia delle comunicazioni delle macchine per scrivere portatili della Olivetti porta a intraprendere un viaggio in loro compagnia: un itinerario in cui si vistano spazi aperti, uffici, scrivanie e salotti privati; si viaggia su treni, imbarcazioni e aerei; si percorrono rive di laghi, oppure si fa naufragio tra le onde scosse dai monsoni. Durante queste avventure, più o meno pericolose oppure appassionanti, le portatili Olivetti sono compagne di viaggio per studenti, scrittori, segretarie, giornalisti, medici, preti, ma soprattutto per donne indipendenti. Intraprendere un viaggio in compagnia delle portatili Olivetti è, dunque, anche l'opportunità per riflettere sulla condizione sociale delle donne attraverso il Novecento – perché la scrittura a macchina diventa emblematica dei cambiamenti che riguardano il lavoro, o meglio le conquiste degli spazi lavorativi da parte delle donne – ed è, inoltre, l’occasione per evidenziare le relazioni, anche oltre i confini nazionali, tra i protagonisti del design di prodotto e di comunicazione che hanno lavorato per la Olivetti. Difatti porre l’attenzione sulle biografie e sulla produzione di quanti si sono dedicati alla progettazione e alla comunicazione delle portatili rende possibile tracciare una storia culturale, fatta di transiti e intrecci, tale da comporre la mappa di un paesaggio, in cui incontri, accadimenti e circostanze rendono le portatili interpretabili quali prodotti-staffetta che, passando di mano in mano e di luogo in luogo, portano l’attenzione sull’interazione tra competenze differenti come sui rapporti e sugli scambi culturali tra l’Europa e gli Stati Uniti; scambi che – originati dalle leggi razziali – mettono in evidenza una continuità culturale tale da evidenziare spazi intellettuali in cui agiscono progetti di ricerca, di sperimentazione artistica e di docenza; tutte attività che hanno avuto origine nella vecchia Europa e che hanno trovato, dopo l’esilio forzato, il luogo e i modi per proseguire, attraverso dei percorsi che sono stati sicuramente influenzati dal contesto culturale e sociale del nuovo mondo, composto da una moltitudine di provenienze differenti, dove l’idea di unitarietà e di giustizia sociale, come quella della proficua e pacifica convivenza delle diversità rimangono argomenti di discussione aperti e dalle incerte soluzioni.
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