Introduzione: Le disabilità intellettive (ID) sono un gruppo di disturbi dello sviluppo neurologico che coinvolge deficit intellettivi, adattativi e sociali a vari livelli di gravità (APA, 2013). Presentano una forte variabilità individuale (Shalock et al., 2002), ma la Società tende a generalizzarle a fronte di pregiudizi e credenze (Ouellette-Kuntz et al., 2010). Poter valutare i pregiudizi e le attitudini delle persone nei confronti dell’ID è importante per l’attuazione di programmi di intervento al fine di migliorare la qualità della vita e i processi di inclusione sociale delle persone ID (McManus et al., 2010). L’inclusione di studenti ID non è ancora soddisfacente anche a causa del pregiudizio secondo il quale la natura dei “bisogni speciali” è più di tipo biomedico che psicosociale (Ianes et al., 2011; 2013; Canevaro et al., 2011; Marcone et al., 2016). Lo scopo è esaminare i livelli di pregiudizio palese (overt) e nascosto (covert) nei confronti delle ID, in non docenti e in insegnanti curriculari e di sostegno. Scopo secondario è valutare eventuali differenze di età, di genere e socio-economiche, così come l’associazione dei pregiudizi con i livelli di formazione, conoscenza e contatto con/su l’ID. Metodo: È stata somministrata la Scala sui Pregiudizi Classici e Moderni (Akrami et al., 2006) a 664 soggetti (484 F; 38% insegnanti) tra i 18 e i 70 anni (M=38.72; SD=14.79). Gli insegnanti, sia curriculari sia di sostegno, appartengono ai quattro ordini scolastici: (1) infanzia, (2) primaria, (3) primo e (4) secondo grado secondaria. La categoria “non insegnanti” è composta da adulti con altre professioni. Sono state raccolte misure sociodemografiche e sulla formazione, l’educazione e la conoscenza circa l’ID. Risultati: Le ANOVA mostrano differenze significative nell’espressione dei pregiudizi classici tra insegnanti e non insegnanti [F(1,687)= 8.445; p<.01] (insegnanti con maggiori pregiudizi classici rispetto ai non insegnanti) e nell’espressione di entrambe le forme pregiudiziali [classici: F(3,201)=7.591; p<.001; moderni: F(3,201)=2.780; p<.05] tra i 4 livelli di scuola (primaria con maggiori pregiudizi classici rispetto alla secondaria e maggiori pregiudizi moderni rispetto a tutti gli ordini). Nessuna differenza di genere e SES, né tra docenti curriculari e di sostegno. Conclusioni: I risultati sottolineano livelli più elevati di pregiudizi palesi negli insegnanti rispetto ai non insegnanti; in particolare, gli insegnanti delle scuole primarie mostrano livelli più elevati di pregiudizi rispetto agli altri ordini. Non sono state riscontrate differenze tra i docenti curriculari e di sostegno. L’ingresso dei bambini con disabilità nella scuola primaria potrebbe essere fortemente influenzato dai pregiudizi degli insegnanti, laddove gli stessi dovrebbero essere i primi attori a sostegno del processo di inclusione dei bambini con ID. La necessità di formazione specifica di tutta la classe docente sulle disabilità intellettive diviene ancor più cocente a fronte del risultato non significativo tra insegnanti curriculari e di sostegno.

PREGIUDIZI VERSO LE DISABILITÀ INTELLETTIVE IN UN CAMPIONE DI INSEGNANTI ITALIANI

Marcone R.
;
2018

Abstract

Introduzione: Le disabilità intellettive (ID) sono un gruppo di disturbi dello sviluppo neurologico che coinvolge deficit intellettivi, adattativi e sociali a vari livelli di gravità (APA, 2013). Presentano una forte variabilità individuale (Shalock et al., 2002), ma la Società tende a generalizzarle a fronte di pregiudizi e credenze (Ouellette-Kuntz et al., 2010). Poter valutare i pregiudizi e le attitudini delle persone nei confronti dell’ID è importante per l’attuazione di programmi di intervento al fine di migliorare la qualità della vita e i processi di inclusione sociale delle persone ID (McManus et al., 2010). L’inclusione di studenti ID non è ancora soddisfacente anche a causa del pregiudizio secondo il quale la natura dei “bisogni speciali” è più di tipo biomedico che psicosociale (Ianes et al., 2011; 2013; Canevaro et al., 2011; Marcone et al., 2016). Lo scopo è esaminare i livelli di pregiudizio palese (overt) e nascosto (covert) nei confronti delle ID, in non docenti e in insegnanti curriculari e di sostegno. Scopo secondario è valutare eventuali differenze di età, di genere e socio-economiche, così come l’associazione dei pregiudizi con i livelli di formazione, conoscenza e contatto con/su l’ID. Metodo: È stata somministrata la Scala sui Pregiudizi Classici e Moderni (Akrami et al., 2006) a 664 soggetti (484 F; 38% insegnanti) tra i 18 e i 70 anni (M=38.72; SD=14.79). Gli insegnanti, sia curriculari sia di sostegno, appartengono ai quattro ordini scolastici: (1) infanzia, (2) primaria, (3) primo e (4) secondo grado secondaria. La categoria “non insegnanti” è composta da adulti con altre professioni. Sono state raccolte misure sociodemografiche e sulla formazione, l’educazione e la conoscenza circa l’ID. Risultati: Le ANOVA mostrano differenze significative nell’espressione dei pregiudizi classici tra insegnanti e non insegnanti [F(1,687)= 8.445; p<.01] (insegnanti con maggiori pregiudizi classici rispetto ai non insegnanti) e nell’espressione di entrambe le forme pregiudiziali [classici: F(3,201)=7.591; p<.001; moderni: F(3,201)=2.780; p<.05] tra i 4 livelli di scuola (primaria con maggiori pregiudizi classici rispetto alla secondaria e maggiori pregiudizi moderni rispetto a tutti gli ordini). Nessuna differenza di genere e SES, né tra docenti curriculari e di sostegno. Conclusioni: I risultati sottolineano livelli più elevati di pregiudizi palesi negli insegnanti rispetto ai non insegnanti; in particolare, gli insegnanti delle scuole primarie mostrano livelli più elevati di pregiudizi rispetto agli altri ordini. Non sono state riscontrate differenze tra i docenti curriculari e di sostegno. L’ingresso dei bambini con disabilità nella scuola primaria potrebbe essere fortemente influenzato dai pregiudizi degli insegnanti, laddove gli stessi dovrebbero essere i primi attori a sostegno del processo di inclusione dei bambini con ID. La necessità di formazione specifica di tutta la classe docente sulle disabilità intellettive diviene ancor più cocente a fronte del risultato non significativo tra insegnanti curriculari e di sostegno.
2018
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/395263
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