La nuova strada rotabile tra Castellammare e Sorrento, tracciata a partire dal 1832, si colloca nell'ambito delle iniziative promosse dal governo borbonico per la riorganizzazione infrastrutturale del regno. Il potenziamento della rete stradale con moderne carrozzabili avrebbe in particolare «facilitato il traffico interno, facendo sì che i frutti del lavoro non rimangano fra la capitale e le altre città, ma vadano fin tra i villaggi a contraccambiare le nazionali derrate». D'altra parte, proprio l'industria del commercio rappresentava da sempre il volano dell'economia sorrentina, e in quest'ottica l'apertura di una strada «facile ai carri che menano il cittadino, e le merci» avrebbe concorso allo sviluppo di un territorio tanto vasto quanto sostanzialmente emarginato dal resto della provincia. Immaginata già alla fine Settecento come completamento infrastrutturale del cantiere militare di Castellammare, l’apertura di una strada costiera in alternativa ai collegamenti marittimi e ai disagevoli percorsi interni fu a lungo osteggiata proprio dalle autorità militari, convinte che nel caso di uno sbarco lungo le indifese coste sorrentine, il nemico avrebbe raggiunto facilmente gli stabilimenti navali; come rimarcato in una serie di inedite relazioni stese tra il 1818 e il 1824, la morfologia stessa della penisola sopperiva di già all’inadeguatezza delle difese costiere, e proprio per questo «un sì folle progetto» doveva essere respinto con forza. L’appello degli ufficiali rimase tuttavia sulla carta: nel 1832 venne dato inizio al tracciamento della strada che più di ogni altra avrebbe coniugato arditezza tecnica, utilità e attenzione al paesaggio naturale, contribuendo in maniera determinante alla ripresa economica e sociale dell'intera penisola.

La nuova strada di Sorrento e la difesa della 'sinistra' del golfo di Napoli. Un controverso progetto agli inizi dell'Ottocento

G. Pignatelli Spinazzola
2017

Abstract

La nuova strada rotabile tra Castellammare e Sorrento, tracciata a partire dal 1832, si colloca nell'ambito delle iniziative promosse dal governo borbonico per la riorganizzazione infrastrutturale del regno. Il potenziamento della rete stradale con moderne carrozzabili avrebbe in particolare «facilitato il traffico interno, facendo sì che i frutti del lavoro non rimangano fra la capitale e le altre città, ma vadano fin tra i villaggi a contraccambiare le nazionali derrate». D'altra parte, proprio l'industria del commercio rappresentava da sempre il volano dell'economia sorrentina, e in quest'ottica l'apertura di una strada «facile ai carri che menano il cittadino, e le merci» avrebbe concorso allo sviluppo di un territorio tanto vasto quanto sostanzialmente emarginato dal resto della provincia. Immaginata già alla fine Settecento come completamento infrastrutturale del cantiere militare di Castellammare, l’apertura di una strada costiera in alternativa ai collegamenti marittimi e ai disagevoli percorsi interni fu a lungo osteggiata proprio dalle autorità militari, convinte che nel caso di uno sbarco lungo le indifese coste sorrentine, il nemico avrebbe raggiunto facilmente gli stabilimenti navali; come rimarcato in una serie di inedite relazioni stese tra il 1818 e il 1824, la morfologia stessa della penisola sopperiva di già all’inadeguatezza delle difese costiere, e proprio per questo «un sì folle progetto» doveva essere respinto con forza. L’appello degli ufficiali rimase tuttavia sulla carta: nel 1832 venne dato inizio al tracciamento della strada che più di ogni altra avrebbe coniugato arditezza tecnica, utilità e attenzione al paesaggio naturale, contribuendo in maniera determinante alla ripresa economica e sociale dell'intera penisola.
2017
Pignatelli Spinazzola, G.
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