LA VIDEOCAPSULA A.Pezzullo – P. Schettino Il progresso in campo scientifico e tecnologico negli ultimi cinquant’anni anni ha aperto nuovi orizzonti nell’ambito della endoscopica gastrointestinale offrendo prospettive future che aumentano le possibilità ed il campo di applicazioni della disciplina. L'ultima evoluzione dell’endoscopia gastrointestinale è rappresentata dalla video capsula (VCE), nota anche con il nome di “wireless endoscopy” o capsula enteroscopica. Frutto degli studi condotti negli anni ’90 dall’ingegnere israeliano Gavriel Iddan e dal gastroenterologo inglese Paul Swain, ciascuno a capo di un’equipe che ignorava le ricerche dell’altro gruppo. Nell’agosto 1999, fu ingoiata la prima capsula endoscopica (M2A Capsule Endoscopy; Given Imaging, Yogneam, Israel) La metodica fu presenta nella primavera del 2000 con un articolo pubblicato su Nature e nel corso della “Digestive Disease Week” statunitense. Nel 2001 La FDA (Food and Drug Administration) ne approvò l 'impiego per uso clinico e nello stesso anno la sperimentazione del sistema diagnostico ebbe inizio in Europa. Il sistema di video endoscopia con capsula consta di tre unità: la capsula deglutibile, il registratore e un apposito computer (workstation). La Video Capsula Endoscopica. Le dimensioni della enterocapsula originaria sono di circa di 11 mm x 26 mm, peso 3,7 gr, All'interno è contenuto una cupola ottica, un fermo per la lente, la lente, una illuminazione a LED (Light Emitted Diode), un sistema d’acquisizione immagini a CMOS (Complementary Metal Oxide Semiconductor) in grado di acquisire due immagini ogni secondo per circa otto ore per un totale di oltre 50.000 immagini, due batterie, un trasmettitore miniaturizzato ASIC (Application Specific Integrated Circuit) ed un'antenna. La capsula è monouso, rivestita di materiale resistente alla pressione e biocompatibile. Registratore Il registratore portatile è un’unità esterna che riceve i dati trasmessi dalla capsula. Il registratore è collegato ad una serie di antenne fissate con appositi adesivi alla cute dell’addome. Attualmente e’ in uso un nuovo dispositivo : ”antenna jacket” che viene indossato dal paziente come un gilet senza dover fissare gli elettrodi sull’epidermide. Tale dispositivo è dotato di circuiti per ottenere numerosi parametri del paziente senza l'utilizzo di cavi, come ad esempio: la valutazione del polso, della pressione arteriosa, della temperatura corporea e le immagini del tratto gastrointestinale. A conclusione dell’esame, le immagini vengono trasferite su un computer con un software dedicato. La Workstation E’ un computer dedicato all’analisi ed interpretazione e delle immagini acquisite ed alla ricerca di reperti patologici. Il tempo necessario per tale operazione può variare da 50 minuti a circa 2 ore, in relazione al quesito anamnestico, alla complessità del quadro endoscopico e all’esperienza dell’esaminatore. Indicazioni all’esame con video capsula Principali Sanguinamento gastrointestinale di origine oscura (EGDS e Colonscopia negative) Morbo di Crohn Celiachia Tumori dell’intestino tenue Sorveglianza delle sindromi poliposiche. In corso di validazione Sorveglianza del trapianto dell’intestino tenue Controindicazioni all’esame con Videocapsula Assolute Ostruzione o pseudostruzione intestinale Gravidanza Relative Pacemaker* o defibrillatori Neuropatia diabetica severa Pregressa chirurgia addominale maggiore Patologie motorie intestinali Disordini della deglutizione Diverticolo di Zenker Diverticolosi severa del tubo digerente *(Scient res. 3/2010 A. Pezzullo et al. Cardiac pacemakers and wirerless capsule endoscopy interference.)  La complicanza principale dell’esame con (VCE) è data dalla ritenzione della capsula dovuta ad una stenosi del tratto gastrointestinale. La " patency capsule” è una capsula che ha la stessa dimensione della capsula video. Viene utilizzata preliminarmente all’esame con VCE. Contiene un identificatore a radiofrequenza (RFID) che permette di essere rilevata da un sistema di scansione. Quando il passaggio è ostruito da una stenosi, la capsula patency subisce un'alterazione del proprio profilo che ne facilita il passaggio nel lume in 40-80 ore dopo l'ingestione. L’utilizzo della patency, come metodica capace di scongiurare il rischio che la VCE venga ritenuto e’ tutt’oggi discusso. Sanguinamento gastrointestinale di origine oscura Nell’ambito della valutazione delle emorragie gastrointestinali oscure la VCE è stata proposta come tecnica efficace per identificare la fonte di sanguinamento, definito come "anemia da carenza di ferro ricorrente o persistente, positivo al test del sangue occulto fecale “FOBT” (Faecal Occult BloodTest). Si calcola che circa il 33-52% dei casi di sanguinamento occulto e il 4-5% dei casi di sanguinamento oscuro non trovino una spiegazione neanche dopo l’esecuzione di gastroscopia e colonscopia. Un esempio è dato dall’individuazione della presenza di angiodisplasie gastrointestinali. Tale reperto rappresenta una entità patologica e clinica caratterizzata da ectasie vascolari che possono rompersi od ulcerarsi provocando una emorragia acuta o, più frequentemente, un sanguinamento cronico. Il tenue è la sede più frequente di lesioni emorragipare come in questi casi e la VCE è una metodica con elevata accuratezza diagnostica, superiore a quella delle altre metodiche d’immagine (push-enteroscopia, clisma del tenue, clisma TC del tenue, RMN del tenue). Malattia di Crohn Vi è un trend crescente di pazienti con la malattia di Crohn che vengono sottoposti all'esame con VCE . Diversi studi comparativi hanno valutato la resa diagnostica della VCE e confrontato la metodica con varie indagini radiologiche. La VCE è in grado non solo di rilevare lesioni intestinali relate alla malattia di Crohn, ma può spesso rilevare lesioni intestinali in pazienti in cui non vi è il sospetto clinico della patologia. Il rendimento diagnostico varia dal 43% al 71%. Valutazione degli effetti collaterali di antinfiammatori non steroidei (FANS) Diversi studi hanno dimostrato che sono frequenti lesioni intestinali in pazienti trattati con FANS. Il quadro clinico può includere sanguinamento palese o occulto, dolore addominale, od ostruzione intestinale nei casi di stenosi. Le lesioni più frequentemente riscontrate sono ulcere ed erosioni. Sorveglianza delle sindromi poliposiche La sorveglianza endoscopica nelle sindromi poliposiche risulta di notevole importanza; di fatto queste forme sono gravate da un elevato rischio di evoluzione neoplastica. Il contributo dell’enteroscopia con videocapsula risulta particolarmente importante in quanto consente un’esaustiva valutazione del piccolo intestino. Malattia celiachia L’utilizzo della videocapsula nella celiachia consente di evidenziare la distribuzione delle aree di atrofia dei villi, caratteristica di questa malattia e le eventuali altre alterazioni mucosali associate. La VCE può mostrarsi particolarmente interessante per il work-up diagnostico dei pazienti con celiachia che si presentano con sintomi atipici od anemia cronica da carenza di ferro. Nei pazienti con diagnosi nota di malattia celiaca, la VCE è indicata nei casi in cui si presenti una recidiva sintomatica nonostante l'osservanza di una dieta senza glutine. In questa situazione, la VCE potrebbe rivelare un modello di digiunite ulcerosa o linfoma a cellule T. Tumori dell’intestino tenue La VCE identifica in modo efficace i tumori dell'intestino tenue che sono rilevabili con i classici esami radiologici (impatto diagnostico = 52,6%) Controindicazioni La capsula deve essere usata con cautela in pazienti con nota o sospetta ostruzione gastrointestinale,fistole, e disturbi della deglutizione. Dati recenti suggeriscono che il segnale in radiofrequenza della VCE non interferisce con pacemaker cardiaco. La sicurezza in gravidanza non è stata ancora stabilita. Preparazione L’utilizzo della preparazione (PEG, NaP) sembra migliorare la visione della mucosa in corso di VCE. L’associazione di sostanze tensioattive forniriscono un ulteriore vantaggio. I procinetici accorciano il transito gastroenterico, ma non mostrano significativi effetti sulla percentuale di raggiungimento del cieco Ulteriori studi sono necessari per confermare l’utilità e le modalità della preparazione per VCE in particolare per quanto riguarda l'impatto dell'impiego della videocapsula per gli screening del carcinoma colo rettale. Per ottenere una adeguata pulizia del colon si propone in associazione l'idrocolon pulizia (colon washing). L’esame endoscopico ha una durata di circa 8 ore . Il paziente può bere ed assumere eventuale terapia orale dopo circa 2 ore dall’ingestione della videocapsula, può mangiare uno snack dopo circa 4 ore, un panino dopo circa 6 ore. E’ raccomandato il moto con l'indicazione di effettuare passeggiate e salire e scendere le scale per facilitare il transito della videocapsula Inoltre è necessario evitare luoghi sottoposti a campi magnetici (metal detector) e l'utilizzo di telefoni cellulari. L’esame endoscopico con VCE non sostituisce attualmente la tradizionale esofago-gastro-duodeno-scopia o la pancoloscopia, ma rappresenta, nella valutazione dei vari quadri patologici, lo step diagnostico strumentale successivo. La VCE procede nel lume viscerale utilizzando la normale peristalsi intestinale senza dovere ricorrere ad insufflazione d’aria come avviene nelle procedure endoscopiche e radiologiche tradizionali. L'indagine ha carattere ambulatoriale e si svolge analogamente all'esame Holter ECG. Il paziente pertanto può svolgere normali attività quotidiane. Le immagini acquisite nelle fasi iniziali dall’ingestione fino all’ingresso nella cavita’ gastrica, per la rapidita’ di transito non consentono di cogliere reperti significativi. L’impossibilità della gestione dei movimenti dell’attuale VCE esclude una significativa valutazione della mucosa gastrica, anche se, le immagini carpite della regione prepilorica ne offrono un’esplorazione soddisfacente. La presenza di bile è indice del passaggio in duodeno. La VCE si presta in maniera eccellente per lo studio dell’intestino tenue la cui esplorazione risulta spesso incompleta con altre metodiche, sia endoscopiche che radiologiche. (Dichiarazione della FDA del 2003: From an “adjunctive tool” to a “first-line tool” in the small bowel evaluation of patients with persistent abdominal symptoms following a negative upper and lower endoscopy) . Il transito duodeno-digiuno-ileale dura circa 5 ore. Giunti a livello dell’ultima ansa ileale, la capsula subisce generalmente un rallentamento dovuto al passaggio nel cieco attraverso la valvola ileocecale. La visualizzazione dello sfondato cecale conferma il raggiungimento del grosso intestino. I recenti sviluppi nel campo della endoscopia capsulare includono la capsula esofagea (PillCam ESO ™) e la capsula del colon (PillCam Colon ™).  La capsula esofagea è dotata ai due poli di due lenti e due videocamere che consentono l'acquisizione di più fotogrammi da entrambi i lati. Le indicazioni per le patologie relate all’ esofago sono la diagnosi e follow up dell'esofago di Barrett e le varici esofagee. Tuttavia l'impiego routinario non è utilizzato per il limite diagnostico (biopsie) e per il problema dei costi. La capsula del colon (PillCam Colon ™) possiede anch'essa ai due poli due lenti e due videocamere. Ha dimensioni maggiori nell'asse longitudinale per accogliere batterie di maggiore capacità che implicano la possibilità di più tempo di indagine. Più recenti sono le videocapsule coliche che dispongono di un dispositivo di spegnimento dall'esterno che quindi può consentire un più lungo tempo di utilizzo nei segmenti voluti. La video capsula del colon può essere utilizzata per lo screening del cancro colorettale e per la colonscopia incompleta.  Futuro Sembra probabile che nei prossimi 10-20 anni lo studio e la sperimentazione in endoscopia saranno incentrati sulla videocapsula. Anche se le capsule sono state inizialmente sviluppate per esaminare il piccolo  intestino, vi siano già prototipi in corso di valutazione per l'esofago,  lo stomaco ed il colon. I recenti miglioramenti tecnici includono l’incremento di acquisizione d’immagini (frame per secondo) una maggiore risoluzione e un più ampio angolo di visione. Inoltre, riveste un ruolo fondamentale la durata energetica delle batterie. Una caratteristica innovativa adottata in capsule (PillCam Colon 2) della seconda generazione è la variazione dei frame rate con movimento  della capsula. Il frame rate della capsula in movimento è di circa 35 al secondo, tuttavia si riduce a 2 al secondo quando la capsula è ferma. Una soluzione alternativa alla vita della batteria è la ricarica delle batterie da un alimentatore extracorporeo.  Un problema particolare è il tempo necessario per analizzare i dati rilevati dalla capsula del piccolo intestino. Questo è di solito 30-60 min anche se una riduzione del tempo è stata realizzata con miglioramenti in software e ci possono essere ulteriori risparmi di tempo con l'esperienza. In futuro, saranno sviluppate piccole capsule che possono essere usate nei bambini e nei pazienti con nota o sospetta stenosi del piccolo intestino.

LA VIDEOCAPSULA

PEZZULLO, Angelo;
2012

Abstract

LA VIDEOCAPSULA A.Pezzullo – P. Schettino Il progresso in campo scientifico e tecnologico negli ultimi cinquant’anni anni ha aperto nuovi orizzonti nell’ambito della endoscopica gastrointestinale offrendo prospettive future che aumentano le possibilità ed il campo di applicazioni della disciplina. L'ultima evoluzione dell’endoscopia gastrointestinale è rappresentata dalla video capsula (VCE), nota anche con il nome di “wireless endoscopy” o capsula enteroscopica. Frutto degli studi condotti negli anni ’90 dall’ingegnere israeliano Gavriel Iddan e dal gastroenterologo inglese Paul Swain, ciascuno a capo di un’equipe che ignorava le ricerche dell’altro gruppo. Nell’agosto 1999, fu ingoiata la prima capsula endoscopica (M2A Capsule Endoscopy; Given Imaging, Yogneam, Israel) La metodica fu presenta nella primavera del 2000 con un articolo pubblicato su Nature e nel corso della “Digestive Disease Week” statunitense. Nel 2001 La FDA (Food and Drug Administration) ne approvò l 'impiego per uso clinico e nello stesso anno la sperimentazione del sistema diagnostico ebbe inizio in Europa. Il sistema di video endoscopia con capsula consta di tre unità: la capsula deglutibile, il registratore e un apposito computer (workstation). La Video Capsula Endoscopica. Le dimensioni della enterocapsula originaria sono di circa di 11 mm x 26 mm, peso 3,7 gr, All'interno è contenuto una cupola ottica, un fermo per la lente, la lente, una illuminazione a LED (Light Emitted Diode), un sistema d’acquisizione immagini a CMOS (Complementary Metal Oxide Semiconductor) in grado di acquisire due immagini ogni secondo per circa otto ore per un totale di oltre 50.000 immagini, due batterie, un trasmettitore miniaturizzato ASIC (Application Specific Integrated Circuit) ed un'antenna. La capsula è monouso, rivestita di materiale resistente alla pressione e biocompatibile. Registratore Il registratore portatile è un’unità esterna che riceve i dati trasmessi dalla capsula. Il registratore è collegato ad una serie di antenne fissate con appositi adesivi alla cute dell’addome. Attualmente e’ in uso un nuovo dispositivo : ”antenna jacket” che viene indossato dal paziente come un gilet senza dover fissare gli elettrodi sull’epidermide. Tale dispositivo è dotato di circuiti per ottenere numerosi parametri del paziente senza l'utilizzo di cavi, come ad esempio: la valutazione del polso, della pressione arteriosa, della temperatura corporea e le immagini del tratto gastrointestinale. A conclusione dell’esame, le immagini vengono trasferite su un computer con un software dedicato. La Workstation E’ un computer dedicato all’analisi ed interpretazione e delle immagini acquisite ed alla ricerca di reperti patologici. Il tempo necessario per tale operazione può variare da 50 minuti a circa 2 ore, in relazione al quesito anamnestico, alla complessità del quadro endoscopico e all’esperienza dell’esaminatore. Indicazioni all’esame con video capsula Principali Sanguinamento gastrointestinale di origine oscura (EGDS e Colonscopia negative) Morbo di Crohn Celiachia Tumori dell’intestino tenue Sorveglianza delle sindromi poliposiche. In corso di validazione Sorveglianza del trapianto dell’intestino tenue Controindicazioni all’esame con Videocapsula Assolute Ostruzione o pseudostruzione intestinale Gravidanza Relative Pacemaker* o defibrillatori Neuropatia diabetica severa Pregressa chirurgia addominale maggiore Patologie motorie intestinali Disordini della deglutizione Diverticolo di Zenker Diverticolosi severa del tubo digerente *(Scient res. 3/2010 A. Pezzullo et al. Cardiac pacemakers and wirerless capsule endoscopy interference.)  La complicanza principale dell’esame con (VCE) è data dalla ritenzione della capsula dovuta ad una stenosi del tratto gastrointestinale. La " patency capsule” è una capsula che ha la stessa dimensione della capsula video. Viene utilizzata preliminarmente all’esame con VCE. Contiene un identificatore a radiofrequenza (RFID) che permette di essere rilevata da un sistema di scansione. Quando il passaggio è ostruito da una stenosi, la capsula patency subisce un'alterazione del proprio profilo che ne facilita il passaggio nel lume in 40-80 ore dopo l'ingestione. L’utilizzo della patency, come metodica capace di scongiurare il rischio che la VCE venga ritenuto e’ tutt’oggi discusso. Sanguinamento gastrointestinale di origine oscura Nell’ambito della valutazione delle emorragie gastrointestinali oscure la VCE è stata proposta come tecnica efficace per identificare la fonte di sanguinamento, definito come "anemia da carenza di ferro ricorrente o persistente, positivo al test del sangue occulto fecale “FOBT” (Faecal Occult BloodTest). Si calcola che circa il 33-52% dei casi di sanguinamento occulto e il 4-5% dei casi di sanguinamento oscuro non trovino una spiegazione neanche dopo l’esecuzione di gastroscopia e colonscopia. Un esempio è dato dall’individuazione della presenza di angiodisplasie gastrointestinali. Tale reperto rappresenta una entità patologica e clinica caratterizzata da ectasie vascolari che possono rompersi od ulcerarsi provocando una emorragia acuta o, più frequentemente, un sanguinamento cronico. Il tenue è la sede più frequente di lesioni emorragipare come in questi casi e la VCE è una metodica con elevata accuratezza diagnostica, superiore a quella delle altre metodiche d’immagine (push-enteroscopia, clisma del tenue, clisma TC del tenue, RMN del tenue). Malattia di Crohn Vi è un trend crescente di pazienti con la malattia di Crohn che vengono sottoposti all'esame con VCE . Diversi studi comparativi hanno valutato la resa diagnostica della VCE e confrontato la metodica con varie indagini radiologiche. La VCE è in grado non solo di rilevare lesioni intestinali relate alla malattia di Crohn, ma può spesso rilevare lesioni intestinali in pazienti in cui non vi è il sospetto clinico della patologia. Il rendimento diagnostico varia dal 43% al 71%. Valutazione degli effetti collaterali di antinfiammatori non steroidei (FANS) Diversi studi hanno dimostrato che sono frequenti lesioni intestinali in pazienti trattati con FANS. Il quadro clinico può includere sanguinamento palese o occulto, dolore addominale, od ostruzione intestinale nei casi di stenosi. Le lesioni più frequentemente riscontrate sono ulcere ed erosioni. Sorveglianza delle sindromi poliposiche La sorveglianza endoscopica nelle sindromi poliposiche risulta di notevole importanza; di fatto queste forme sono gravate da un elevato rischio di evoluzione neoplastica. Il contributo dell’enteroscopia con videocapsula risulta particolarmente importante in quanto consente un’esaustiva valutazione del piccolo intestino. Malattia celiachia L’utilizzo della videocapsula nella celiachia consente di evidenziare la distribuzione delle aree di atrofia dei villi, caratteristica di questa malattia e le eventuali altre alterazioni mucosali associate. La VCE può mostrarsi particolarmente interessante per il work-up diagnostico dei pazienti con celiachia che si presentano con sintomi atipici od anemia cronica da carenza di ferro. Nei pazienti con diagnosi nota di malattia celiaca, la VCE è indicata nei casi in cui si presenti una recidiva sintomatica nonostante l'osservanza di una dieta senza glutine. In questa situazione, la VCE potrebbe rivelare un modello di digiunite ulcerosa o linfoma a cellule T. Tumori dell’intestino tenue La VCE identifica in modo efficace i tumori dell'intestino tenue che sono rilevabili con i classici esami radiologici (impatto diagnostico = 52,6%) Controindicazioni La capsula deve essere usata con cautela in pazienti con nota o sospetta ostruzione gastrointestinale,fistole, e disturbi della deglutizione. Dati recenti suggeriscono che il segnale in radiofrequenza della VCE non interferisce con pacemaker cardiaco. La sicurezza in gravidanza non è stata ancora stabilita. Preparazione L’utilizzo della preparazione (PEG, NaP) sembra migliorare la visione della mucosa in corso di VCE. L’associazione di sostanze tensioattive forniriscono un ulteriore vantaggio. I procinetici accorciano il transito gastroenterico, ma non mostrano significativi effetti sulla percentuale di raggiungimento del cieco Ulteriori studi sono necessari per confermare l’utilità e le modalità della preparazione per VCE in particolare per quanto riguarda l'impatto dell'impiego della videocapsula per gli screening del carcinoma colo rettale. Per ottenere una adeguata pulizia del colon si propone in associazione l'idrocolon pulizia (colon washing). L’esame endoscopico ha una durata di circa 8 ore . Il paziente può bere ed assumere eventuale terapia orale dopo circa 2 ore dall’ingestione della videocapsula, può mangiare uno snack dopo circa 4 ore, un panino dopo circa 6 ore. E’ raccomandato il moto con l'indicazione di effettuare passeggiate e salire e scendere le scale per facilitare il transito della videocapsula Inoltre è necessario evitare luoghi sottoposti a campi magnetici (metal detector) e l'utilizzo di telefoni cellulari. L’esame endoscopico con VCE non sostituisce attualmente la tradizionale esofago-gastro-duodeno-scopia o la pancoloscopia, ma rappresenta, nella valutazione dei vari quadri patologici, lo step diagnostico strumentale successivo. La VCE procede nel lume viscerale utilizzando la normale peristalsi intestinale senza dovere ricorrere ad insufflazione d’aria come avviene nelle procedure endoscopiche e radiologiche tradizionali. L'indagine ha carattere ambulatoriale e si svolge analogamente all'esame Holter ECG. Il paziente pertanto può svolgere normali attività quotidiane. Le immagini acquisite nelle fasi iniziali dall’ingestione fino all’ingresso nella cavita’ gastrica, per la rapidita’ di transito non consentono di cogliere reperti significativi. L’impossibilità della gestione dei movimenti dell’attuale VCE esclude una significativa valutazione della mucosa gastrica, anche se, le immagini carpite della regione prepilorica ne offrono un’esplorazione soddisfacente. La presenza di bile è indice del passaggio in duodeno. La VCE si presta in maniera eccellente per lo studio dell’intestino tenue la cui esplorazione risulta spesso incompleta con altre metodiche, sia endoscopiche che radiologiche. (Dichiarazione della FDA del 2003: From an “adjunctive tool” to a “first-line tool” in the small bowel evaluation of patients with persistent abdominal symptoms following a negative upper and lower endoscopy) . Il transito duodeno-digiuno-ileale dura circa 5 ore. Giunti a livello dell’ultima ansa ileale, la capsula subisce generalmente un rallentamento dovuto al passaggio nel cieco attraverso la valvola ileocecale. La visualizzazione dello sfondato cecale conferma il raggiungimento del grosso intestino. I recenti sviluppi nel campo della endoscopia capsulare includono la capsula esofagea (PillCam ESO ™) e la capsula del colon (PillCam Colon ™).  La capsula esofagea è dotata ai due poli di due lenti e due videocamere che consentono l'acquisizione di più fotogrammi da entrambi i lati. Le indicazioni per le patologie relate all’ esofago sono la diagnosi e follow up dell'esofago di Barrett e le varici esofagee. Tuttavia l'impiego routinario non è utilizzato per il limite diagnostico (biopsie) e per il problema dei costi. La capsula del colon (PillCam Colon ™) possiede anch'essa ai due poli due lenti e due videocamere. Ha dimensioni maggiori nell'asse longitudinale per accogliere batterie di maggiore capacità che implicano la possibilità di più tempo di indagine. Più recenti sono le videocapsule coliche che dispongono di un dispositivo di spegnimento dall'esterno che quindi può consentire un più lungo tempo di utilizzo nei segmenti voluti. La video capsula del colon può essere utilizzata per lo screening del cancro colorettale e per la colonscopia incompleta.  Futuro Sembra probabile che nei prossimi 10-20 anni lo studio e la sperimentazione in endoscopia saranno incentrati sulla videocapsula. Anche se le capsule sono state inizialmente sviluppate per esaminare il piccolo  intestino, vi siano già prototipi in corso di valutazione per l'esofago,  lo stomaco ed il colon. I recenti miglioramenti tecnici includono l’incremento di acquisizione d’immagini (frame per secondo) una maggiore risoluzione e un più ampio angolo di visione. Inoltre, riveste un ruolo fondamentale la durata energetica delle batterie. Una caratteristica innovativa adottata in capsule (PillCam Colon 2) della seconda generazione è la variazione dei frame rate con movimento  della capsula. Il frame rate della capsula in movimento è di circa 35 al secondo, tuttavia si riduce a 2 al secondo quando la capsula è ferma. Una soluzione alternativa alla vita della batteria è la ricarica delle batterie da un alimentatore extracorporeo.  Un problema particolare è il tempo necessario per analizzare i dati rilevati dalla capsula del piccolo intestino. Questo è di solito 30-60 min anche se una riduzione del tempo è stata realizzata con miglioramenti in software e ci possono essere ulteriori risparmi di tempo con l'esperienza. In futuro, saranno sviluppate piccole capsule che possono essere usate nei bambini e nei pazienti con nota o sospetta stenosi del piccolo intestino.
2012
Pezzullo, Angelo; Schettino, P.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/176746
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