Alla comunicazione economica viene oggi riconosciuto, sempre più, un ruolo di primo piano, anche quando si prendano a riferimento le aziende di minore dimensione. Anche queste ultime, infatti, sono oggi esposte alle conseguenze della globalizzazione dei mercati e pure per esse la comunicazione economico-finanziaria assume rilievo non più marginale. In un tale scenario, l’imposizione dei principi IAS/IFRS impone una riflessione sulla possibile estensione di questi anche alle altre imprese, o sulla convenienza di formulare nuove regole ad hoc per esse. Tanto al fine di scongiurare il rischio di creare situazioni di accounting standard overload o di un eccessivo divario fra documenti contabili redatti nel rispetto di diverse logiche. Contribuisce, inoltre, a conferire rilievo alla problematica il recente Accordo di Basilea II, che subordina il finanziamento da parte delle banche alla sussistenza di buone condizioni economico/patrimoniali/finanziarie nelle aziende richiedenti denaro. Condizioni desumibili, ovviamente, prevalentemente da un bilancio economicamente significativo. Rimane pur tuttavia innegabile, almeno fino a tempi recentissimi, la scarsa attenzione rivolta dal mondo contabile verso le problematiche proprie della comunicazione economica delle aziende minori. Da tanto l’esigenza di tale ricerca. Attenta al dibattito internazionale, oltre che a quello italiano, essa mira allo studio della dimensione d’azienda (finalizzato al tentativo di formulare un suggerimento per la delimitazione dell’universo di quelle minori); all’analisi delle problematiche proprie della comunicazione economica nelle PMI.

La comunicazione economico-finanziaria nelle PMI

VINCIGUERRA, Rosa
2007

Abstract

Alla comunicazione economica viene oggi riconosciuto, sempre più, un ruolo di primo piano, anche quando si prendano a riferimento le aziende di minore dimensione. Anche queste ultime, infatti, sono oggi esposte alle conseguenze della globalizzazione dei mercati e pure per esse la comunicazione economico-finanziaria assume rilievo non più marginale. In un tale scenario, l’imposizione dei principi IAS/IFRS impone una riflessione sulla possibile estensione di questi anche alle altre imprese, o sulla convenienza di formulare nuove regole ad hoc per esse. Tanto al fine di scongiurare il rischio di creare situazioni di accounting standard overload o di un eccessivo divario fra documenti contabili redatti nel rispetto di diverse logiche. Contribuisce, inoltre, a conferire rilievo alla problematica il recente Accordo di Basilea II, che subordina il finanziamento da parte delle banche alla sussistenza di buone condizioni economico/patrimoniali/finanziarie nelle aziende richiedenti denaro. Condizioni desumibili, ovviamente, prevalentemente da un bilancio economicamente significativo. Rimane pur tuttavia innegabile, almeno fino a tempi recentissimi, la scarsa attenzione rivolta dal mondo contabile verso le problematiche proprie della comunicazione economica delle aziende minori. Da tanto l’esigenza di tale ricerca. Attenta al dibattito internazionale, oltre che a quello italiano, essa mira allo studio della dimensione d’azienda (finalizzato al tentativo di formulare un suggerimento per la delimitazione dell’universo di quelle minori); all’analisi delle problematiche proprie della comunicazione economica nelle PMI.
2007
9788834883464
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/161863
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