L’accesso agli atti e documenti amministrativi è strumento funzionale alla realizzazione di un fondamentale valore/principio: la trasparenza dell’attività della P.A., la quale – secondo quanto diffusamente si ritiene, adoperando una consolidata metafora – dovrebbe agire come in una casa di vetro. La sua disciplina giuridica ha come scopo quello di riconoscere in capo ai cittadini una situazione soggettiva – si discute se di diritto soggettivo o di interesse legittimo – in grado di controbilanciare il potere in modo tale che questo sia costruito, e perciò esplicato, democraticamente, attraverso, cioè, la partecipazione dei consociati alle scelte della comunità di riferimento. Solo una adeguata disciplina dell’accesso, infatti, consente garanzia e tutela della situazione soggettiva in parola, permettendo al tempo stesso un corretto formarsi della volontà pubblica. L’A. analizza diversi profili problematici che caratterizzano il tema: la definizione dei soggetti attivi e passivi dell’accesso; la precisazione del suo oggetto (quali atti e documenti siano accessibili); le modalità di esercizio dell’accesso; i casi di esclusione in ragione del bilanciamento con altri interessi, casi fra i quali emerge quello, delicatissimo, che deriva dal confronto con il diritto alla riservatezza; la qualificazione giuridica della relativa situazione soggettiva e la conseguente tutela giurisdizionale. I suddetti profili problematici sono presi in esame avendo riguardo a tre distinti piani: la disciplina giuridica italiana dell’accesso fino all’avvento della L. 15/2005; il quadro regolatorio dell’ordinamento comunitario; la disciplina dettata dalla novella del 2005. L’obiettivo di un siffatto taglio analitico è quello di evidenziare, per un verso, quanto la L. 15 sia stata influenzata dalla evoluzione europea e, per altro verso, soprattutto quanto essa appare in grado di influenzare a sua volta la futura produzione normativa dell’UE, ciò in piena coerenza con quella prospettiva dinamica che è propria della fisiologia del sistema, basata sulla continua osmosi – in costante moto ascendente/discendente – fra ordinamento europeo e singoli ordinamenti nazionali.

Diritto di accesso e interesse pubblico

CLEMENTE DI SAN LUCA, Guido
2006

Abstract

L’accesso agli atti e documenti amministrativi è strumento funzionale alla realizzazione di un fondamentale valore/principio: la trasparenza dell’attività della P.A., la quale – secondo quanto diffusamente si ritiene, adoperando una consolidata metafora – dovrebbe agire come in una casa di vetro. La sua disciplina giuridica ha come scopo quello di riconoscere in capo ai cittadini una situazione soggettiva – si discute se di diritto soggettivo o di interesse legittimo – in grado di controbilanciare il potere in modo tale che questo sia costruito, e perciò esplicato, democraticamente, attraverso, cioè, la partecipazione dei consociati alle scelte della comunità di riferimento. Solo una adeguata disciplina dell’accesso, infatti, consente garanzia e tutela della situazione soggettiva in parola, permettendo al tempo stesso un corretto formarsi della volontà pubblica. L’A. analizza diversi profili problematici che caratterizzano il tema: la definizione dei soggetti attivi e passivi dell’accesso; la precisazione del suo oggetto (quali atti e documenti siano accessibili); le modalità di esercizio dell’accesso; i casi di esclusione in ragione del bilanciamento con altri interessi, casi fra i quali emerge quello, delicatissimo, che deriva dal confronto con il diritto alla riservatezza; la qualificazione giuridica della relativa situazione soggettiva e la conseguente tutela giurisdizionale. I suddetti profili problematici sono presi in esame avendo riguardo a tre distinti piani: la disciplina giuridica italiana dell’accesso fino all’avvento della L. 15/2005; il quadro regolatorio dell’ordinamento comunitario; la disciplina dettata dalla novella del 2005. L’obiettivo di un siffatto taglio analitico è quello di evidenziare, per un verso, quanto la L. 15 sia stata influenzata dalla evoluzione europea e, per altro verso, soprattutto quanto essa appare in grado di influenzare a sua volta la futura produzione normativa dell’UE, ciò in piena coerenza con quella prospettiva dinamica che è propria della fisiologia del sistema, basata sulla continua osmosi – in costante moto ascendente/discendente – fra ordinamento europeo e singoli ordinamenti nazionali.
2006
88-243-1677-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/161770
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