I nuovi orientamenti strategici accolti in azienda sollecitano fortemente una riconfigurazione del paradigma di controllo mancando la quale gli stessi possono venire non correttamente implementati. Modelli «meccanicistici» di controllo di gestione non appaiono più adeguati, mentre invece sono sempre più palesi i vantaggi che il controllo apporterebbe laddove contribuisse a favorire gli scambi di informazione e la comunicazione fra soggetti adibiti all’esecuzione delle differenti operazioni aziendali e fra questi e i preposti ad incarichi decisionali. Nel presente lavoro, dopo aver sottoposto ad analisi il modello di controllo tradizionale, l’attenzione viene incentrata sulle modifiche da esso subite e su quelle tuttora in itinere, volte, in particolare, a ridimensionare il suo ruolo ispettivo a servizio dell’alta direzione per consentirgli di innalzare la dinamicità della condotta aziendale. Va in tale direzione la proposta di evitare o quantomeno di rivedere in ambito organizzativo l’articolazione del controllo nelle sue tre tipologie (strategico, direzionale ed operativo); come pure la convinzione espressa di «catturare» nuovi profili della performance aziendale. Soprattutto nella dimensione «sfuggente» delle risorse invisibili – le attuali determinanti del successo aziendale – bisogna sforzarsi per ricercare efficaci parametri che ne garantiscano la formazione, mettendoli altresì in relazione con le misure economico finanziarie e, ancor prima, con quelle relative ai processi organizzativi ed alla soddisfazione dei clienti. Il lavoro si conclude con la disamina di due modelli di controllo, uno dei quali – la balanced scorecard – è di recente introduzione, allo scopo di verificare se essi tengano o meno conto dei cambiamenti prospettati.

Tendenze evolutive nei principi e negli strumenti del controllo di gestione. Tableau de bord e balanced scorecard

SANNINO, Giuseppe
2002

Abstract

I nuovi orientamenti strategici accolti in azienda sollecitano fortemente una riconfigurazione del paradigma di controllo mancando la quale gli stessi possono venire non correttamente implementati. Modelli «meccanicistici» di controllo di gestione non appaiono più adeguati, mentre invece sono sempre più palesi i vantaggi che il controllo apporterebbe laddove contribuisse a favorire gli scambi di informazione e la comunicazione fra soggetti adibiti all’esecuzione delle differenti operazioni aziendali e fra questi e i preposti ad incarichi decisionali. Nel presente lavoro, dopo aver sottoposto ad analisi il modello di controllo tradizionale, l’attenzione viene incentrata sulle modifiche da esso subite e su quelle tuttora in itinere, volte, in particolare, a ridimensionare il suo ruolo ispettivo a servizio dell’alta direzione per consentirgli di innalzare la dinamicità della condotta aziendale. Va in tale direzione la proposta di evitare o quantomeno di rivedere in ambito organizzativo l’articolazione del controllo nelle sue tre tipologie (strategico, direzionale ed operativo); come pure la convinzione espressa di «catturare» nuovi profili della performance aziendale. Soprattutto nella dimensione «sfuggente» delle risorse invisibili – le attuali determinanti del successo aziendale – bisogna sforzarsi per ricercare efficaci parametri che ne garantiscano la formazione, mettendoli altresì in relazione con le misure economico finanziarie e, ancor prima, con quelle relative ai processi organizzativi ed alla soddisfazione dei clienti. Il lavoro si conclude con la disamina di due modelli di controllo, uno dei quali – la balanced scorecard – è di recente introduzione, allo scopo di verificare se essi tengano o meno conto dei cambiamenti prospettati.
2002
88-13-24111-9
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