Questo volume raccoglie i contributi presentati al convegno che si tenne presso il Dipartimento di Urbanistica dell'Universita Federico II, nel giugno 2002, sui temi della pianificazione urbanistica partecipata. Gli scritti riguardano sia gli aspetti critico-metodologici che quelli operativi e istituzionali della questione e confermano il panorama variegato delle . argomentazioni possibili sull' apertura agli utenti - oltre che a tutti col oro che a qualsiasi titolo possono considerarsi addetti ai lavori - del processo di costruzione del piano urbanistico. L'allargamento del campo epistemologico della pianificazione urbanistica oltre l'ambito fisico- spaziale proprio della tradizione e l'integrazione di tre categorie esprimibili con le parole chiave riqualificazione-sviluppo-partecipazione hanno prodotto da qualche tempo una duplice, seppur ancora incerta e incompleta, innovazione: una di processo - nelle modalita di costruzione - e l'altra di prodotto - nella struttura e nella forma- dello strumento piano. La prima ha messo in crisi il consolidato monopolio professionale degli architetti e degli ingegneri, depositari delle competenze tecnico-professionali in grado di fomire presunte certezze riducendo la complessita secondo regole tecniche e giuridiche. Si sono cosi affermate nuove professionalita esperte nell'ascolto, nella rilevazione dei bisogni, nella mediazione, con la conseguenza che nei nuovi corsi di laurea in urbanistica delle facolta di architettura, rna anche in quelli di ingegneria, lavorano docenti e ricercatori ormai lontani dalla tradizione di studi che fondavano sulle quantita e sulle tre dimensioni spaziali e attenti invece ai temi sociali ed economici delle politiche urbane. Ma sono nati anche nuovi attori della pianificazione, per effetto, ad esempio, delle procedure di concertazione, che vedono soggetti eterogenei operare scelte consensuali. La seconda innovazione riguarda la struttura e la forma del piano ed e sancita dalla piu recente produzione legislativa regionale. Le modalita della costruzione sociale delle nuove tipologie di piano non sono, pero, istituzionalizzate appieno; esse sono ancora affidate alle intenzionalita delle amministrazioni e degli attori. Da questo punto di vista occorre uno sforzo, soprattutto da parte del mondo della ricerca, rna anche di quello delle istituzioni, affinche le pratiche di interazione tra gli attori e tra gli utenti, nonche tra attori e utenti, vengano ulteriormente diffuse e consolidate. 11 nesso tra attori, azioni e risorse deve acquistare la robustezza necessaria ad evitare che il piano resti sulla carta, come accadeva - e accade ancora - per i piani tradizionali, i cui elaborati, per quanto curati e accattivanti, continuano a dare priorita alle scelte di principio rispetto alle effettive possibilita e modalita di attuazione.

NUOVE FORME DEL PIANO E PARTECIPAZIONE. Processo delle decisioni e responsabilità della cittadinanza. Atti del convegno

Losco S.
2004

Abstract

Questo volume raccoglie i contributi presentati al convegno che si tenne presso il Dipartimento di Urbanistica dell'Universita Federico II, nel giugno 2002, sui temi della pianificazione urbanistica partecipata. Gli scritti riguardano sia gli aspetti critico-metodologici che quelli operativi e istituzionali della questione e confermano il panorama variegato delle . argomentazioni possibili sull' apertura agli utenti - oltre che a tutti col oro che a qualsiasi titolo possono considerarsi addetti ai lavori - del processo di costruzione del piano urbanistico. L'allargamento del campo epistemologico della pianificazione urbanistica oltre l'ambito fisico- spaziale proprio della tradizione e l'integrazione di tre categorie esprimibili con le parole chiave riqualificazione-sviluppo-partecipazione hanno prodotto da qualche tempo una duplice, seppur ancora incerta e incompleta, innovazione: una di processo - nelle modalita di costruzione - e l'altra di prodotto - nella struttura e nella forma- dello strumento piano. La prima ha messo in crisi il consolidato monopolio professionale degli architetti e degli ingegneri, depositari delle competenze tecnico-professionali in grado di fomire presunte certezze riducendo la complessita secondo regole tecniche e giuridiche. Si sono cosi affermate nuove professionalita esperte nell'ascolto, nella rilevazione dei bisogni, nella mediazione, con la conseguenza che nei nuovi corsi di laurea in urbanistica delle facolta di architettura, rna anche in quelli di ingegneria, lavorano docenti e ricercatori ormai lontani dalla tradizione di studi che fondavano sulle quantita e sulle tre dimensioni spaziali e attenti invece ai temi sociali ed economici delle politiche urbane. Ma sono nati anche nuovi attori della pianificazione, per effetto, ad esempio, delle procedure di concertazione, che vedono soggetti eterogenei operare scelte consensuali. La seconda innovazione riguarda la struttura e la forma del piano ed e sancita dalla piu recente produzione legislativa regionale. Le modalita della costruzione sociale delle nuove tipologie di piano non sono, pero, istituzionalizzate appieno; esse sono ancora affidate alle intenzionalita delle amministrazioni e degli attori. Da questo punto di vista occorre uno sforzo, soprattutto da parte del mondo della ricerca, rna anche di quello delle istituzioni, affinche le pratiche di interazione tra gli attori e tra gli utenti, nonche tra attori e utenti, vengano ulteriormente diffuse e consolidate. 11 nesso tra attori, azioni e risorse deve acquistare la robustezza necessaria ad evitare che il piano resti sulla carta, come accadeva - e accade ancora - per i piani tradizionali, i cui elaborati, per quanto curati e accattivanti, continuano a dare priorita alle scelte di principio rispetto alle effettive possibilita e modalita di attuazione.
2004
978-88-95315-29-4
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