Attraverso una approfondita lettura delle diverse fasi della precoce dismissione della cinta muraria napoletana e, soprattutto, l’analisi dei rapporti fra vecchi e nuovi piani difensivi, forme di riutilizzo delle strutture fortificate del tutto originali e conseguenti ripercussioni sul tessuto urbano, si sono ricuciti fra loro gli episodi che caratterizzarono le successive trasformazioni urbane, tradizionalmente analizzate singolarmente ma assimilabili invece proprio in relazione alle diverse strategie difensive. Nell’ambito del programma di riorganizzazione delle funzioni della capitale portato avanti dalla prima metà del XVIII secolo dal governo borbonico, quel che ancora restava dell’antico sistema difensivo avrebbe infatti offerto, in un tessuto urbano fortemente congestionato e sostanzialmente privo di spazi liberi, una reale possibilità di riconversione in larghi e soprattutto in ampi assi viari, potendo facilmente accogliere quelle attrezzature tanto necessarie ad una moderna capitale e da tempo auspicate da più parti. La presenza proprio ai margini del centro antico di numerose aree ancora in gran parte inutilizzate, rappresentò così una occasione da non perdere per la definizione di un piano di rinnovamento urbano modernamente concepito e, soprattutto, per l’individuazione di quelle direttrici che in seguito avrebbero indirizzato lo sviluppo della città tardo-settecentesca, costituendo nel contempo una fondamentale premessa, ed in molti casi l’avvio, dei programmi poi completati durante il decennio francese. In questa ottica, una particolare attenzione è stata dedicata alla definizione del muro di finanze ideato da Luigi Malesci e Stefano Gasse, al quale va così riconosciuto il merito di aver gettato le basi per le successive proposte e realizzazioni, contribuendo in maniera determinante al disegno della città moderna magnificamente rappresentata nelle ventitré tavole della pianta topografica preparata a partire dal 1872 da Federico Schiavoni. Queste ultime, in particolare, sono state informatizzate e per la prima volta riunite in un unico foglio, efficace strumento per la rappresentazione delle confinazioni urbane dal XVI al XIX secolo e, soprattutto, delle relative e successive fasce di espansione della città.

Napoli tra il disfar delle mura e l'innalzamento del Muro Finanziere

PIGNATELLI SPINAZZOLA, Giuseppe
2006

Abstract

Attraverso una approfondita lettura delle diverse fasi della precoce dismissione della cinta muraria napoletana e, soprattutto, l’analisi dei rapporti fra vecchi e nuovi piani difensivi, forme di riutilizzo delle strutture fortificate del tutto originali e conseguenti ripercussioni sul tessuto urbano, si sono ricuciti fra loro gli episodi che caratterizzarono le successive trasformazioni urbane, tradizionalmente analizzate singolarmente ma assimilabili invece proprio in relazione alle diverse strategie difensive. Nell’ambito del programma di riorganizzazione delle funzioni della capitale portato avanti dalla prima metà del XVIII secolo dal governo borbonico, quel che ancora restava dell’antico sistema difensivo avrebbe infatti offerto, in un tessuto urbano fortemente congestionato e sostanzialmente privo di spazi liberi, una reale possibilità di riconversione in larghi e soprattutto in ampi assi viari, potendo facilmente accogliere quelle attrezzature tanto necessarie ad una moderna capitale e da tempo auspicate da più parti. La presenza proprio ai margini del centro antico di numerose aree ancora in gran parte inutilizzate, rappresentò così una occasione da non perdere per la definizione di un piano di rinnovamento urbano modernamente concepito e, soprattutto, per l’individuazione di quelle direttrici che in seguito avrebbero indirizzato lo sviluppo della città tardo-settecentesca, costituendo nel contempo una fondamentale premessa, ed in molti casi l’avvio, dei programmi poi completati durante il decennio francese. In questa ottica, una particolare attenzione è stata dedicata alla definizione del muro di finanze ideato da Luigi Malesci e Stefano Gasse, al quale va così riconosciuto il merito di aver gettato le basi per le successive proposte e realizzazioni, contribuendo in maniera determinante al disegno della città moderna magnificamente rappresentata nelle ventitré tavole della pianta topografica preparata a partire dal 1872 da Federico Schiavoni. Queste ultime, in particolare, sono state informatizzate e per la prima volta riunite in un unico foglio, efficace strumento per la rappresentazione delle confinazioni urbane dal XVI al XIX secolo e, soprattutto, delle relative e successive fasce di espansione della città.
2006
88-6055-055-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/161053
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