Il Volume affronta i temi della Soggettività e dell’Azione sociale, individuando quattro specifiche tipologie di agire individuale, distinte in base a obiettivi e motivazioni interiori differenti, nonché al diverso orientamento che l’individuo dimostra di avere nei confronti delle norme sociali e dei valori morali di una società. Da un punto di vista metodologico, si è proceduto individuando quattro Modelli di azione, immaginati come ideal-tipi, costruzioni teoriche, cioè, ricavate dall’osservazione e dall’elaborazione concettuale dei tratti che caratterizzano le diverse modalità d’azione e dallo studio di Autori che hanno messo in evidenza, nel loro percorso scientifico, elementi comuni a questi stessi caratteri sociali. Tra i modelli analizzati non intercorre necessariamente un rapporto di successione temporale o di continuità storica, potendo reciprocamente rappresentare uno l’evoluzione (o l’involuzione) dell’altro. I modelli sono riferiti prevalentemente a un agire di tipo individuale e analizzati, perciò, in una prospettiva micro-sociologica, pur prestandosi a descrivere, in teoria, anche i tratti che caratterizzano l’agire collettivo di Gruppi sociali di diverse dimensioni. I modelli sono stati definiti, nell’ordine, ‘irrazionalismo’, ‘adeguazionismo’, ‘attivismo’ e ‘conformismo’, ricavandosi tale nomenclatura dall’analisi e dalla descrizione della natura stessa dell’azione (azione irrazionale, adattiva, strategica e conforme). La tesi di fondo è che i modelli comportamentali si differenzino soprattutto in base al diverso grado di individualismo raggiunto dall’attore sociale e alla diversa propensione a soggettivizzare la propria visione del mondo e della società, ma anche l’esperienza, lo stile di vita, la biografia e la struttura stessa delle relazioni sociali. Mettendo in evidenza soprattutto il rapporto tra soggettività e sistema normativo di una società, gli individui vengono idealmente collocati su una linea che conduce dalla presunta autonomia di chi formula da sé le norme e seleziona principi e valori a guida dell’azione, al soggetto che, testimoniando invece dei valori della comunità, di cui osserva pedissequamente le norme sociali, pone in essere comportamenti tendenzialmente conformi ed eteronomati. Pertanto, nel primo modello viene descritto un tipo di azione in cui risulta ancora predominante, all’interno dei processi decisionali del soggetto, l’elemento volitivo; nel secondo modello, un agire prevalentemente condizionato, invece, dagli stati affettivi, tendente a massimizzare i vantaggi in una situazione data; nel terzo modello è descritta l’azione orientata a conseguire un’utilità personale, pur nel rispetto del quadro normativo di riferimento; e infine, nel quarto modello, è dato conto dell’agire normativo, abitudinario e che non contempla alternative. Questo percorso può essere anche letto, in senso idale, come il graduale avvicinamento di un Soggetto, che si pretende ancora ‘sovrano’ e indipendente, all’oggettività formale e legalistica, dominante, ad esempio, in società tradizionaliste. E viceversa. Nella Ricerca è dato ulteriormente spazio all’analisi degli elementi distintivi del carattere sociale (individuati specificamente nei tratti narcisisti, egocentrici, presenzialisti e conformisti) e di come essi interagiscano, nella psicologia dei diversi modelli indagati, con le paure e i rischi presenti in società altamente complesse, producendo così, nel soggetto, fenomeni tipici (come il nichilismo, la riduzione delle aspettative, l’ansia da prestazione e l’intolleranza verso l’Altro) che ne condizioneranno non poco il percorso di costruzione identitaria e di auto-realizzazione. Nel passaggio dal primo al quarto modello viene anche evidenziata, d’altronde, la trasformazione di una sensibilità individuale che presenta ancora un forte carattere ‘estetizzante’, diffusa dei primi due modelli, in un’etica privata e pubblica che verrà sempre più condizionata, invece, da una visione utilitaristica delle cose del mondo. Contestualmente, l’approccio idealista, a seconda dei casi, sintomo di intenti nobili o soltanto velleitari, lascia il posto al realismo che è invece alla base di comportamenti più efficienti e pragmatici o, banalmente, convenzionali e ripetitivi. Per ciascun modello sono state immaginate diverse modalità di strutturazione della relazione sociale. Si è tentato, infatti, di descrivere il tipo di comunicazione a cui tipicamente ricorre il soggetto (evidenziando qui come nell’atto comunicativo si riduca progressivamente l’importanza degli elementi personali, il carisma ad esempio, a favore di elementi simbolici, come l’auterovolezza morale); il suo coinvolgimento in relazioni sociali di tipo conflittuale (descrivendosi l’evoluzione del conflitto da mera forma di resistenza agli ostacoli esterni a strumento ideologico del gruppo sociale, poi di tutela di interessi giuridici privati e, infine, di difesa dei sistemi culturali di appartenenza); il rapporto con il sistema sanzionatorio (ovvero, la percezione soggettiva dei vincoli posti, dall’esterno, all’azione) presente in un dato contesto sociale. Ogni capitolo si conclude con l’analisi dei rischi in cui tipicamente incorre il soggetto agente mettendo in campo quel tipo di azione, nonché dei connessi limiti che, in questo modo, si pongono al raggiungimento di una piena e consapevole Soggettività.

Il Soggetto multiplo. Individui e modelli dell'Azione sociale.

ZOTTI, Angelo
2012

Abstract

Il Volume affronta i temi della Soggettività e dell’Azione sociale, individuando quattro specifiche tipologie di agire individuale, distinte in base a obiettivi e motivazioni interiori differenti, nonché al diverso orientamento che l’individuo dimostra di avere nei confronti delle norme sociali e dei valori morali di una società. Da un punto di vista metodologico, si è proceduto individuando quattro Modelli di azione, immaginati come ideal-tipi, costruzioni teoriche, cioè, ricavate dall’osservazione e dall’elaborazione concettuale dei tratti che caratterizzano le diverse modalità d’azione e dallo studio di Autori che hanno messo in evidenza, nel loro percorso scientifico, elementi comuni a questi stessi caratteri sociali. Tra i modelli analizzati non intercorre necessariamente un rapporto di successione temporale o di continuità storica, potendo reciprocamente rappresentare uno l’evoluzione (o l’involuzione) dell’altro. I modelli sono riferiti prevalentemente a un agire di tipo individuale e analizzati, perciò, in una prospettiva micro-sociologica, pur prestandosi a descrivere, in teoria, anche i tratti che caratterizzano l’agire collettivo di Gruppi sociali di diverse dimensioni. I modelli sono stati definiti, nell’ordine, ‘irrazionalismo’, ‘adeguazionismo’, ‘attivismo’ e ‘conformismo’, ricavandosi tale nomenclatura dall’analisi e dalla descrizione della natura stessa dell’azione (azione irrazionale, adattiva, strategica e conforme). La tesi di fondo è che i modelli comportamentali si differenzino soprattutto in base al diverso grado di individualismo raggiunto dall’attore sociale e alla diversa propensione a soggettivizzare la propria visione del mondo e della società, ma anche l’esperienza, lo stile di vita, la biografia e la struttura stessa delle relazioni sociali. Mettendo in evidenza soprattutto il rapporto tra soggettività e sistema normativo di una società, gli individui vengono idealmente collocati su una linea che conduce dalla presunta autonomia di chi formula da sé le norme e seleziona principi e valori a guida dell’azione, al soggetto che, testimoniando invece dei valori della comunità, di cui osserva pedissequamente le norme sociali, pone in essere comportamenti tendenzialmente conformi ed eteronomati. Pertanto, nel primo modello viene descritto un tipo di azione in cui risulta ancora predominante, all’interno dei processi decisionali del soggetto, l’elemento volitivo; nel secondo modello, un agire prevalentemente condizionato, invece, dagli stati affettivi, tendente a massimizzare i vantaggi in una situazione data; nel terzo modello è descritta l’azione orientata a conseguire un’utilità personale, pur nel rispetto del quadro normativo di riferimento; e infine, nel quarto modello, è dato conto dell’agire normativo, abitudinario e che non contempla alternative. Questo percorso può essere anche letto, in senso idale, come il graduale avvicinamento di un Soggetto, che si pretende ancora ‘sovrano’ e indipendente, all’oggettività formale e legalistica, dominante, ad esempio, in società tradizionaliste. E viceversa. Nella Ricerca è dato ulteriormente spazio all’analisi degli elementi distintivi del carattere sociale (individuati specificamente nei tratti narcisisti, egocentrici, presenzialisti e conformisti) e di come essi interagiscano, nella psicologia dei diversi modelli indagati, con le paure e i rischi presenti in società altamente complesse, producendo così, nel soggetto, fenomeni tipici (come il nichilismo, la riduzione delle aspettative, l’ansia da prestazione e l’intolleranza verso l’Altro) che ne condizioneranno non poco il percorso di costruzione identitaria e di auto-realizzazione. Nel passaggio dal primo al quarto modello viene anche evidenziata, d’altronde, la trasformazione di una sensibilità individuale che presenta ancora un forte carattere ‘estetizzante’, diffusa dei primi due modelli, in un’etica privata e pubblica che verrà sempre più condizionata, invece, da una visione utilitaristica delle cose del mondo. Contestualmente, l’approccio idealista, a seconda dei casi, sintomo di intenti nobili o soltanto velleitari, lascia il posto al realismo che è invece alla base di comportamenti più efficienti e pragmatici o, banalmente, convenzionali e ripetitivi. Per ciascun modello sono state immaginate diverse modalità di strutturazione della relazione sociale. Si è tentato, infatti, di descrivere il tipo di comunicazione a cui tipicamente ricorre il soggetto (evidenziando qui come nell’atto comunicativo si riduca progressivamente l’importanza degli elementi personali, il carisma ad esempio, a favore di elementi simbolici, come l’auterovolezza morale); il suo coinvolgimento in relazioni sociali di tipo conflittuale (descrivendosi l’evoluzione del conflitto da mera forma di resistenza agli ostacoli esterni a strumento ideologico del gruppo sociale, poi di tutela di interessi giuridici privati e, infine, di difesa dei sistemi culturali di appartenenza); il rapporto con il sistema sanzionatorio (ovvero, la percezione soggettiva dei vincoli posti, dall’esterno, all’azione) presente in un dato contesto sociale. Ogni capitolo si conclude con l’analisi dei rischi in cui tipicamente incorre il soggetto agente mettendo in campo quel tipo di azione, nonché dei connessi limiti che, in questo modo, si pongono al raggiungimento di una piena e consapevole Soggettività.
2012
978-88-495-2484-0
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