2010 (17 novembre) _ intervento alla IX Settimana della Cultura d’Impresa. Seminario organizzato da: Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea. Settimana della Cultura d’Impresa _14/22 novembre 2010, promossa da Confindustria e Musei d’Impresa. titolo dell’intervento: Macchine per pensare. Lavoro manuale, tecnica e pensiero alla Olivetti La ricerca e i disegni di Caterina Fiorentino esaminano i lavori dei grafici della Olivetti e alcune campagne pubblicitarie viste come episodi di una narrazione complessiva, i cui argomenti principali non sono direttamente i prodotti, ma la vita di fabbrica,così come intesa alla Olivetti: ovvero, oltrepassando il mero fatto produttivo, intesa come strumento perincidere sull’organizzazione e sulla trasformazione sociale e sul rapporto tra fabbrica e territorio. Diversamente da quanto generalmente accade e accadeva, la comunicazione Olivetti presenta una straordinarietà: la genesi di un’intenzionalità e di un linguaggio creativi, iterati nel tempo, per cui la promozione del prodotto non è obiettivo solitario, ma quasi un pretesto, per ribadire il pensiero etico e ragionato dell’integralità tra uomo, tecnologia e territorio: in sintesi, la responsabilità dell’industria quale valore costitutivo e costruttivo della società. A rafforzare il repertorio visivo elaborato da grafici e designer, da pittori e scultori, si aggiungono forme e contenuti elaborati dai letterati e dagli intellettuali di fabbrica, impegnati a delineare analisi delle condizioni dilavoro e a promuovere iniziative di miglioramento, nella convinzione che poesia e vita coesistano comeduplice espressione dell’uomo e del poeta. La fiducia nella parola del poeta e del letterato, ci conduce aconcludere che nella fabbrica esistessero anche poesia, arte e letteratura. Quindi, parole e immagini per raccontare come i temi del lavoro manuale, della tecnica e della produzione, si traducono, attraverso i manifesti e i lavori grafici, in invarianti di un linguaggio visivo, tutto olivettiano, articolato intorno alle stesse esigenze espresse dai letterati, per cui anche il linguaggio - oltre al contenuto -doveva essere industriale. In tal senso, le immagini dei manifesti e delle pubblicità della Olivetti possono essere visti come un lavoro unitario, in cui la presenza di segni ricorrenti rende la comunicazione pubblicitaria indipendente, anche se non autonoma, dal prodotto e la relaziona ai valori e alle azioni dell’azienda, come pensata e voluta da Adriano Olivetti.

(17 novembre) _ intervento alla IX Settimana della Cultura d’Impresa. titolo dell'intervento: Macchine per pensare. Lavoro manuale, tecnica e pensiero alla Olivetti

FIORENTINO CATERINA CRISTINA
2010

Abstract

2010 (17 novembre) _ intervento alla IX Settimana della Cultura d’Impresa. Seminario organizzato da: Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea. Settimana della Cultura d’Impresa _14/22 novembre 2010, promossa da Confindustria e Musei d’Impresa. titolo dell’intervento: Macchine per pensare. Lavoro manuale, tecnica e pensiero alla Olivetti La ricerca e i disegni di Caterina Fiorentino esaminano i lavori dei grafici della Olivetti e alcune campagne pubblicitarie viste come episodi di una narrazione complessiva, i cui argomenti principali non sono direttamente i prodotti, ma la vita di fabbrica,così come intesa alla Olivetti: ovvero, oltrepassando il mero fatto produttivo, intesa come strumento perincidere sull’organizzazione e sulla trasformazione sociale e sul rapporto tra fabbrica e territorio. Diversamente da quanto generalmente accade e accadeva, la comunicazione Olivetti presenta una straordinarietà: la genesi di un’intenzionalità e di un linguaggio creativi, iterati nel tempo, per cui la promozione del prodotto non è obiettivo solitario, ma quasi un pretesto, per ribadire il pensiero etico e ragionato dell’integralità tra uomo, tecnologia e territorio: in sintesi, la responsabilità dell’industria quale valore costitutivo e costruttivo della società. A rafforzare il repertorio visivo elaborato da grafici e designer, da pittori e scultori, si aggiungono forme e contenuti elaborati dai letterati e dagli intellettuali di fabbrica, impegnati a delineare analisi delle condizioni dilavoro e a promuovere iniziative di miglioramento, nella convinzione che poesia e vita coesistano comeduplice espressione dell’uomo e del poeta. La fiducia nella parola del poeta e del letterato, ci conduce aconcludere che nella fabbrica esistessero anche poesia, arte e letteratura. Quindi, parole e immagini per raccontare come i temi del lavoro manuale, della tecnica e della produzione, si traducono, attraverso i manifesti e i lavori grafici, in invarianti di un linguaggio visivo, tutto olivettiano, articolato intorno alle stesse esigenze espresse dai letterati, per cui anche il linguaggio - oltre al contenuto -doveva essere industriale. In tal senso, le immagini dei manifesti e delle pubblicità della Olivetti possono essere visti come un lavoro unitario, in cui la presenza di segni ricorrenti rende la comunicazione pubblicitaria indipendente, anche se non autonoma, dal prodotto e la relaziona ai valori e alle azioni dell’azienda, come pensata e voluta da Adriano Olivetti.
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