Il testo delinea, attraverso una larga sintesi, il mosaico degli artefici che operarono per la dinastia borbonica nel Settecento, con aggiornamenti bibliografici e nuovi dati archivistici. La vasta materia è stata articolata con l’obiettivo di restituire la formazione e la cultura professionale napoletana attraverso il rapporto tra arte e tecnica. Ad un capitolo d’apertura dedicato alla formazione seguono due ampie sezioni che affrontano la prima il tema della cultura architettonica riletta attraverso il rapporto tra Roma e Napoli (II capitolo) e la seconda l’apporto della cultura tecnica alla quale gli ingegneri militari diedero un contributo insostituibile (IV capitolo), non trascurando gli artefici operanti nelle aree periferiche ai quali è dedicato il III capitolo. Non deve sorprendere se i profili biografici più approfonditi riguardino figure considerate sinora minori o totalmente sconosciute. Si è operata questa scelta per rimediare a una duplice “distorsione” storiografica che ha consegnato all’oblio molti architetti di valore. Se da un lato gli storici post-unitari hanno sminuito anche quanto di positivo la dinastia borbonica aveva promosso d’altra parte non è stata da meno la storiografia ufficiale borbonica che, soprattutto dopo la prima restaurazione, ha demonizzato e cancellato dalla memoria storica molti architetti eccellenti coinvolti politicamente nella rivoluzione del 1799.

Architetti dei Borbone nel Settecento Formazione e cultura professionale tra arte e tecnica

PEZONE, Maria Gabriella
2005

Abstract

Il testo delinea, attraverso una larga sintesi, il mosaico degli artefici che operarono per la dinastia borbonica nel Settecento, con aggiornamenti bibliografici e nuovi dati archivistici. La vasta materia è stata articolata con l’obiettivo di restituire la formazione e la cultura professionale napoletana attraverso il rapporto tra arte e tecnica. Ad un capitolo d’apertura dedicato alla formazione seguono due ampie sezioni che affrontano la prima il tema della cultura architettonica riletta attraverso il rapporto tra Roma e Napoli (II capitolo) e la seconda l’apporto della cultura tecnica alla quale gli ingegneri militari diedero un contributo insostituibile (IV capitolo), non trascurando gli artefici operanti nelle aree periferiche ai quali è dedicato il III capitolo. Non deve sorprendere se i profili biografici più approfonditi riguardino figure considerate sinora minori o totalmente sconosciute. Si è operata questa scelta per rimediare a una duplice “distorsione” storiografica che ha consegnato all’oblio molti architetti di valore. Se da un lato gli storici post-unitari hanno sminuito anche quanto di positivo la dinastia borbonica aveva promosso d’altra parte non è stata da meno la storiografia ufficiale borbonica che, soprattutto dopo la prima restaurazione, ha demonizzato e cancellato dalla memoria storica molti architetti eccellenti coinvolti politicamente nella rivoluzione del 1799.
2005
88-495-0549-3
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/159114
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